La caduta disastrosa di Trump e i record di Wall Street

Negli stessi giorni in cui la presidenza Usa di Donald Trump arriva al capolinea nella maniera più drammatica e scandalosa, Wall Street raggiunge risultati record con valori sui massimi storici. Mentre il Congresso di Washington è stato il centro dei disordini del 6 gennaio e il simbolo del caos fomentato da Trump, la Borsa di New York continua a correre e scommette sul rilancio dell'economia nell'era post-Trump e post-Covid 19.

Mancano una decina di giorni al 20 gennaio, quando il presidente eletto Joe Biden giurerà, proprio davanti al Congresso di Capitol Hill, il Parlamento americano, e assumerà formalmente l'incarico di guidare la più grande potenza economica e militare mondiale. Una decina di giorni in cui potranno esserci altri fatti clamorosi: per esempio, la speaker della Camera Usa, la democratica Nancy Pelosi, ha dichiarato che se Trump non si dimetterà o il vicepresidente Mike Pence non inizierà la procedura di sospensione basata sul 25simo emendamento della Costituzione, farà partire lei stessa la procedura di impeachment la prossima settimana. Una mossa simbolica, perché i tempi sono strettissimi. Trump ha anche fatto sapere che il 20 gennaio non parteciperà al solenne giuramento di Biden, che gli ha risposto: è “una buona cosa” che non partecipi, “non è idoneo a servire l'America, è uno dei presidenti più incompetenti di sempre”. 

La bufera che sta travolgendo la politica americana si è estesa anche ai principali Social network: Twitter alla fine ha deciso di chiudere per sempre l’account di Trump (@realDonaldTrump), accusandolo di aver ripetutamente violato le regole, incitando il suo popolo alla rivolta e alla violenza. Sull’esempio di Facebook che ha sospeso il profilo di Trump a tempo indeterminato, ora anche Twitter ha deciso di non dare ulteriore spazio al presidente uscente, di cui dopo l’occupazione di Capitol Hill da più parti si chiedono le dimissioni.

Allo stesso tempo, come spiegano giornali e siti web, ad esempio su IlSole24Ore e La Repubblica, nei giorni del 'quasi golpe' americano, “altre potenze mondiali cavalcano la grave crisi istituzionale di Washington. Cina, Russia e Iran hanno mandato in onda le immagini dell'assalto al Capitol Hill in tutti i programmi di informazione. Un regalo insperato per Xi Jinping e Vladimir Putin, che mostrano a centinaia di milioni di cittadini cinesi, russi e iraniani quanto sia evidente il declino dell'America. La tesi politico-giornalistica delle altre superpotenze è questa: gli Stati Uniti pretendono di dare lezioni al mondo, di ergersi a giudice o poliziotto globale, ma non sono neppure in grado di risolvere i problemi dentro casa”. 

 

E Wall Street – la superpotenza della finanza mondiale – che fa? Festeggia. I mercati, a cominciare dalla Piazza di New York, guardano più al bicchiere mezzo pieno di una nuova era Biden che si apre, che a quello mezzo vuoto del caos e degli scontri dell’era Trump. L’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio ha terremotato le istituzioni a Washington ma non gli Indici finanziari: all’indomani delle violenze Wall Street ha aggiornato i suoi massimi storici. 

“Se è vero che i gravi fatti di Capitol Hill rappresentano una ferita per la democrazia americana i cui effetti si faranno sentire nel prossimo futuro”, rimarca Andrea Franceschi su IlSole24Ore, “è anche vero che non è immediato, per gli investitori, prezzarli. Almeno non quanto l’altra notizia politica della turbolenta Epifania americana: la vittoria democratica alle elezioni suppletive in Georgia. Un esito che di fatto garantisce a Biden il controllo del Congresso. Il che, nell’immediato, significa che ci sono maggiori probabilità che passi l’ambizioso piano democratico di stimoli fiscali anti-Covid”. Ed è in questa prospettiva che, a oggi, gli investitori continuano a fare le loro scelte. Con la campagna vaccinale avviata, negli Usa e negli altri Paesi sviluppati, si scommette sul ritorno alla normalità. Con tutto ciò che comporta per gli utili delle società quotate.

Nella piattaforma programmatica dei Democratici c'è anche, ad esempio, un piano 'Buy American' che si contrappone a quello 'America First' di Trump, sconfitto ma con una base sociale molto ampia. L'agenda dei Dem guidati da Biden prevede in quattro anni 400 miliardi di dollari in acquisti governativi di beni e servizi prodotti negli Stati Uniti, e 300 miliardi di dollari da investire in ricerca e sviluppo per nuove tecnologie e iniziative per l'energia pulita. Con l'uscita di scena di Trump, Washington e New York, Capitol Hill e Wall Street, contano di voltare pagina per continuare a progettare e investire nel futuro.

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