Con la guerra della Russia all’Ucraina che da fine febbraio tiene l’Europa e il mondo con il fiato sospeso, in Asia per Taiwan si infiamma un’altra crisi geo-politica – si spera non militare anche qui – tra Cina e Stati Uniti.
Pechino ha alzato la voce con Washington per la visita sull’isola da parte della speaker della Camera Usa, Nancy Pelosi (la missione americana a più alto livello degli ultimi 25 anni). Come riporta IlSole24Ore, “se gli Stati Uniti insisteranno, la Cina adotterà ferme e forti misure per proteggere la sua sovranità e la sua integrità territoriale”, ha ammonito il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Zhao Lijian, manifestando tutta l’irritazione per la missione di Pelosi, che a Pechino considerano un'intromissione inaccettabile nei propri affari interni.
La pressione su Taipei – che è di fatto la capitale di Taiwan – continua ad aumentare, e le vicine manovre militari cinesi, che stanno durando più del previsto, hanno dato forma a scenari preoccupanti, fino a prevedere l’eventualità peggiore: l’invasione da parte della Cina.
Taiwan per il regime di Pechino è una provincia ribelle che fa parte del territorio cinese. E, negli ultimi anni, la minaccia di un intervento militare contro l’isola si è fatta sempre più insistente, come testimoniano le decine di aerei da guerra inviati nel suo spazio aereo, con lo scopo di scoraggiare gli indipendentisti e dissuadere gli alleati stranieri, principalmente gli Stati Uniti, dall’interferire.
A oltre 70 anni dalla guerra civile che ha diviso i nazionalisti di Taipei dalla Repubblica popolare cinese – come sottolinea La Repubblica – i sondaggi mostrano che i 23 milioni abitanti di Taiwan rifiutano ogni ipotesi di controllo da parte della Cina. “Gli aerei militari cinesi hanno spesso sorvolato minacciosamente Taiwan negli ultimi anni e la guerra tra Russia e Ucraina ha fatto crescere la paura tra la gente”, rimarca il sindaco di Taipei, Ko Wen-je, riferendosi alle preoccupazioni che la guerra possa scoppiare anche nell’Asia orientale.
Il presidente cinse, Xi Jinping, punta al terzo mandato come leader del Partito comunista nel Congresso di fine anno e deve fare i conti con un’economia in rallentamento e con la reazione della popolazione alla politica Zero Covid: il problema non è stato risolto, e la minaccia di un’escalation militare preoccupa tutti.
Mentre gli Stati Uniti stanno raddoppiando i loro sforzi per intensificare le relazioni con i Paesi del Pacifico come contrappeso alla Cina, il generale Mark Milley, capo di Stato maggiore dell’esercito Usa, ha segnalato il progressivo rafforzamento militare cinese negli ultimi cinque anni: “il messaggio è che l’esercito cinese, in aria e in mare, è diventato significativamente più aggressivo”. Ora stiamo a vedere che un’antica rivalità tra Taiwan e Cina rischia di far cadere la goccia che trabocca il vaso.
