La Bank of England nei giorni scorsi ha deciso di intervenire sul mercato obbligazionario del Regno Unito per cercare di stabilizzarlo, dopo il Sell-off dei Bond inglesi e il crollo della sterlina, che sono seguiti all’annuncio del maxi piano di tagli delle tasse per 50 miliardi di sterline, voluto dal governo di Londra guidato dalla nuova prima ministra conservatrice Liz Truss, per rimpiazzarli con altrettanto e nuovo debito pubblico.
Insomma, se la rampante Truss voleva e vorrebbe ricalcare le orme dell’icona liberista Margaret Thatcher ha iniziato con il passo sbagliato. La Banca centrale inglese ha iniziato dunque ad acquistare Gilt (i Bond inglesi) a lunga scadenza per “ripristinare condizioni di mercato ordinarie” e scongiurare un “rischio materiale per la stabilità finanziaria del Regno Unito”.
Gli acquisti di Bond “saranno strettamente limitati nel tempo”, ha però precisato la Bank of England, e “sono destinati ad affrontare un problema specifico nel mercato dei titoli di Stato a lunga scadenza”. Le aste si svolgeranno fino al 14 ottobre, e questa mossa straordinaria e d'emergenza è arrivata dopo che mercoledì 28 settembre il Fondo Monetario Internazionale ha avvertito il Regno Unito delle conseguenze economiche negative che seguono il suo maxi piano di tagli fiscali, raccomando una rimodulazione.
In pratica, l'intervento della Bank of England è servito a calmare il mercato obbligazionario ma non è riuscito a stabilizzare la valuta britannica, tutto ciò dopo anche l’allarme per moltissimi fondi pensione a causa dell’inflazione e dell’innalzamento dei tassi per i Bond, che per quelli a 5 anni emessi dal governo britannico hanno superato persino Italia e Grecia (4,5% contro rispettivamente 4% e 4,1%), schizzando ai livelli del 2008.
Ma, come sottolinea Donato Masciandaro su IlSole24Ore, ciò che in questi giorni ha sconquassato la Gran Bretagna dovrebbe essere un monito anche per tutti gli altri Paesi europei e occidentali: rischio inflazione, tagli fiscali, debito pubblico e moneta corrente possono essere un mix esplosivo, e provocare molti danni se gestiti in maniera non adeguata.
“L’armonia tra debito e moneta esiste quando la politica di bilancio e quella monetaria viaggiano su rotte di equilibrio”, fa notare, un equilibrio che nei giorni scorsi nel Regno Unito è saltato per via dei piani fiscali del nuovo governo conservatore. In sostanza, la politica di bilancio non deve mettere a rischio l’equilibrio dei conti pubblici, compromettendo anche l’azione della politica monetaria. E questo vale a Londra come a Bruxelles e Roma, a maggior ragione in vista delle mosse del nuovo governo italiano di Centrodestra guidato da Giorgia Meloni.
In più, Masciandaro rimarca: “va sempre tenuta ben presente la catena di relazioni che esiste tra rischio inflazionistico e disciplina fiscale”, e “le politiche pubbliche devono essere coerenti con una credibile prospettiva che il debito pubblico sia sostenibile”. La buccia di banana su cui sono scivolati il nuovo governo inglese e la premier Truss è sempre lì che rischia di essere calpestata da questo o quel governo europeo e dai suoi rappresentanti.
