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Rappresentazione visiva dell'articolo: Bce: rialzo dei tassi, lotta all’inflazione e rischio recessione

Bce: rialzo dei tassi, lotta all’inflazione e rischio recessione

Adriano Loponte

05 novembre 2022

La Banca Centrale Europea nei giorni scorsi ha alzato ulteriormente il suo muro contro la crescita dell'inflazione, aumentando di 75 punti base (0,75%) i tassi di interesse. Una decisione in linea con le attese del mercato. In questo modo, il tasso principale sale al 2%, il tasso sui depositi all' 1,5% e il tasso sui prestiti marginali al 2,25%.

E queste misure non si fermeranno qui: la Bce preannuncia ulteriori aumenti dei tassi, prevede “di aumentare ulteriormente i tassi di interesse per assicurare il ritorno tempestivo dell'inflazione all'obiettivo del 2% a medio termine”. La presidente, Christine Lagarde, rimarca anche di fronte alle critiche arrivate da molti leader politici europei: “una banca centrale ha il mandato della stabilità dei prezzi, e deve perseguirlo usando tutti i mezzi”, perché “la cosa di cui le persone sono preoccupate è l'inflazione”.

“Ovviamente – ha rilevato Lagarde – non significa che trascuriamo il rischio di recessione. Ma ci preoccupa il fatto che i bassi redditi non sono solo vulnerabili al rischio di recessione, ma anche alla realtà dell'inflazione”. Ricordando che le decisioni e le mosse della Bce “richiedono tempo”, gli effetti delle misure di questi giorni “non si vedranno nelle prossime settimane”. Il Consiglio direttivo della Bce ha inoltre deciso di “modificare i termini e le condizioni applicati alla terza serie di operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine”, le cosiddette Tltro, e modificherà i tassi di interesse applicabili alle Tltro3 a partire dal prossimo 23 novembre.

 

La presidente Lagarde ha sottolineato che l'economia dell'area euro è destinata ad indebolirsi ulteriormente nella parte finale dell’anno e agli inizi del 2023. La banchiera centrale ha notato che i rischi per la crescita sono “chiaramente al ribasso, specie nel breve termine”, e “un rischio significativo è quello che la guerra si trascini” e che “la fiducia potrebbe peggiorare ulteriormente, così come le strozzature all’offerta”.

“L'inflazione continua a essere di gran lunga troppo elevata e si manterrà su un livello superiore all'obiettivo per un prolungato periodo di tempo”, ha ancora spiegato Lagarde: proprio per questa ragione servono le strette della Bce. Ha poi fatto notare che aumentando sensibilmente i tassi di riferimento per la terza volta consecutiva, la Banca centrale ha compiuto progressi considerevoli nell'abbandono dell'orientamento accomodante della precedente politica monetaria.

Ma c'è un altro passo al quale i mercati finanziari internazionali guardano con attenzione, l'avvio del Quantitative tightening, ovvero della riduzione del bilancio: “discuteremo a dicembre dei principi chiave della riduzione del portafoglio App”, ovvero quello di acquisti di titoli, anticipano dalla Bce.

 

Ai governi europei dell’eurozona, Lagarde ha rivolto l'ormai rituale invito: “dovrebbero perseguire politiche fiscali che dimostrino il loro impegno a ridurre gradualmente gli elevati indici del debito pubblico”, e il riferimento, tra gli altri, all’Italia non è per nulla casuale.

Sula mossa della Bce è intervenuto anche il neo ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, che rileva: “il rialzo dei tassi della Bce era ampiamente previsto, e probabilmente non sarà l’ultimo in questa fase, ma confidiamo nella saggezza della Bce nell’interpretare le cause della recente impennata dell’inflazione e nel tener conto del rallentamento in corso nell’economia europea”. 

Inoltre, osserva il ministro dell’Economia da Roma, “riteniamo che essendo i prezzi energetici il principale fattore di spinta al rialzo dei prezzi al consumo, l’inflazione debba essere contrastata anche intervenendo sui fondamentali del mercato del gas, come riduzione della domanda e aumento dell’offerta alternativa a quella russa, e che gli interventi di calmierazione delle bollette per famiglie e imprese rimangano prioritari”.

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