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Anche la Fed (dopo la Bce) alza ancora i tassi di interesse, ora ai massimi dal 2008

Adriano Loponte

05 novembre 2022

Anche la Federal Reserve americana – poco dopo la Banca Centrale Europea – nei giorni scorsi ha alzato di nuovo i tassi di interesse, per un incremento dello 0,75%. Il costo del denaro negli Stati Uniti sale così compreso in una forchetta tra il 3,75% e il 4%.

Si tratta del quarto rialzo consecutivo da 75 punti base per la banca centrale americana nella sua lotta all'inflazione, e del sesto aumento dei tassi dall'inizio dell'anno (quattro rialzi da 75 punti base, un quarto di punto in marzo e di mezzo punto in maggio). Con il quarto rialzo consecutivo dello 0,75%, la Fed porta i tassi di interesse ai livelli più alti dal 2008. 

La Banca centrale “anticipa che gli attuali rialzi saranno appropriati per raggiungere una politica monetaria sufficientemente restrittiva per riportare l'inflazione al 2%”, rimarca la Fed, che andrà avanti con i rialzi dei tassi di interesse fino a quando non saranno in territorio “sufficientemente” restrittivo. 

“Siamo fortemente determinati a riportare l'inflazione al 2% e abbiamo gli strumenti per farlo”, ribadisce il presidente della Fed Jerome Powell, sottolineando che la stabilità dei prezzi è il fondamento dell'economia. “Abbiamo bisogno di vedere l'inflazione calare in modo significativo”, rileva Powell, mentre sottolinea che un rallentamento della velocità dei rialzi si sta avvicinando, intanto l’economia americana ha rallentato significativamente dallo scorso anno e gli indicatori puntano a una crescita modesta nel quarto trimestre del 2022. 

Sull’altra sponda dell’Atlantico, in Gran Bretagna, anche la Bank of England (BoE) ha annunciato un ulteriore rialzo dei tassi d'interesse nel Regno Unito, portandoli dal 2,25% al 3%, il valore più alto dal 2008. Nel caso inglese, l'incremento record dello 0,75% non si vedeva dal 1989 e arriva appunto sulla scia dell'americana Federal Reserve e in risposta all'inflazione che in Gran Bretagna ha superato il 10%. 

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