La guerra della Russia all’Ucraina è entrata nell’undicesimo mese dall’inizio del conflitto, il 24 febbraio scorso. Le due parti sul campo contano più di 100mila vittime tra morti e feriti, secondo le stime, e sono sprofondate in una guerra di logoramento che non offre, al momento, alcun segnale di una via d’uscita.
Mosca continua i bombardamenti sulle città ucraine, mentre è stallo sul fronte Sud. Kiev è tornata a essere bersaglio di massicci bombardamenti che hanno colpito infrastrutture critiche. Secondo i media ucraini, i raid sarebbero stati messi a segno con droni Shahed di fabbricazione iraniana, e gli attacchi russi hanno danneggiato le infrastrutture energetiche della capitale ucraina.
Il comandante in capo, il generale Valery Zaluzhny, ha reso noto che “le forze armate ucraine hanno liberato il 40% dei territori occupati dai russi dall’inizio dell'invasione, e il 28% di tutti i territori occupati dalla Russia dal 2014”. L’attuale linea del fronte è lunga 1.500 chilometri, mentre “le forze armate ucraine hanno ricevuto un addestramento militare nel territorio di 17 Paesi europei”. A confermare le difficoltà dell’esercito russo è anche Yevgeny Prigozhin, fondatore del gruppo di mercenari Wagner, soprannominato ‘il cuoco di Putin’ per i legami con il presidente russo, che rileva: “l’avanzata delle truppe a Bakhmut in Donetsk è complicata da centinaia di linee di difesa delle forze armate ucraine”, quindi l'avanzata procede “con grande difficoltà”.
Non si ferma il sostegno a Kiev da parte degli alleati: la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha annunciato l’invio di “generatori, lampadine, rifugi e scuolabus” per la popolazione civile, mentre dopo la prima telefonata dell’anno, Volodimir Zelensky ha reso nota la data del prossimo vertice Ue-Ucraina che si terrà il 3 febbraio a Kiev. I leader hanno parlato della fornitura di armi ‘adeguate’ e di un nuovo programma di assistenza finanziaria da 18 miliardi di euro.
Qualcosa si muove anche nel blocco Nato, che il prossimo 18 e il 19 gennaio terrà una riunione per discutere dell’Ucraina e delle capacità militari del blocco. “Alcuni paesi vorrebbero aumentare le spese militari, tenendo l’attuale soglia del 2% del Pil (che alcuni non hanno ancora raggiunto) come obbiettivo minimo” ha detto Jeans Stoltenberg, Segretario generale dell’Alleanza, precisando che il blocco arriverà ad un accordo entro il summit di Vilnius a luglio.
La guerra ha devastato la già debole economia ucraina. La perdita di capitale umano è enorme, con milioni di persone costrette a rifugiarsi all’estero o in altre zone del Paese. L’invasione russa ha stravolto il mercato del lavoro ucraino, causando un enorme mismatch, geografico e settoriale, di domanda e offerta di lavoro e provocando un esodo di capitale umano senza precedenti.
Anche le imprese si sono dovute spostare. Studi sulle piccole e medie imprese ucraine mostrano come, a settembre e rispetto alla situazione pre-invasione, un terzo di queste avesse fermato completamente o quasi l’attività e un altro 50 per cento avesse comunque ridotto la mole di lavoro. Ci sono poi da considerare anche gli effetti indiretti della guerra: l’interruzione delle catene del valore, i danni infrastrutturali a luoghi di lavoro e mezzi di trasporto, i cambiamenti nella domanda di prodotti.
L’esperienza dei Paesi Est-europei coinvolti in conflitti nel passato recente (Bosnia-Herzegovina, Georgia, Kosovo, per esempio) insegna che la guerra ha effetti negativi di lungo periodo sulla salute e il capitale umano della forza lavoro e che è molto difficile reintegrare chi è emigrato per sfuggire al conflitto e ha deciso di rientrare al termine della guerra.
