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Davos, previsioni e tendenze: il 2023 sarà meglio delle attese

Adriano Loponte

24 gennaio 2023

L'attività economica nella zona euro è rallentata rispetto al 2022, ma quest'anno andrà “molto meglio” di quanto inizialmente temuto, nonostante la corsa dell’inflazione e la crisi energetica in corso. Lo ha sottolineato anche la presidente della Banca Centrale Europea, Christine Lagarde, nel corso del Forum economico di Davos che si è svolto nei giorni scorsi.

“Le notizie sono diventate molto più positive nelle ultime settimane”, ha fatto notare Lagarde, insieme a diversi manager delle maggiori banche d’affari, il che significa che il 2023 “non sarà brillante ma migliore di quanto temuto nei mesi scorsi”. E le notizie sull’andamento dell’economia “più positive”, anticipa la presidente della Bce, “inducono a spostare in avanti le prospettive di recessione”, dato che si è passati dal “prevedere una recessione dal terzo-quarto trimestre del 2022 al quarto trimestre 2022-primo trimestre 2023, e ora invece si attende una lieve contrazione”.

I mercati del lavoro, in particolare in Europa, “non sono mai stati così dinamici”, rilevano i manager riunti a Davos, “con un numero di disoccupati al minimo rispetto a quello che abbiamo avuto negli ultimi 20 anni”. La Commissione europea, da parte sua, prevede una contrazione del prodotto interno lordo (Pil) per la zona euro come per l’Ue nell’ultimo trimestre del 2022 e nei primi tre mesi del 2023, prima di un rimbalzo nel resto dell’anno. Su questo fronte per Lagarde i dati sull’inflazione restano “decisamente troppo alti”, anche se gli aumenti dei prezzi sono rallentati dopo il picco di oltre il 10% di ottobre.

 

La Bce ha alzato i tassi di interesse di 2,5 punti percentuali da luglio, un rapido aumento senza precedenti, e prevede di mantenere questo corso restrittivo nei prossimi mesi nel tentativo di ridurre l’inflazione in modo sostenibile. Ecco, un punto importante è proprio questo, evidenziato da numerosi manager presenti a Davos: se il picco massimo dell’inflazione è già stato raggiunto, e ora si va verso una graduale attenuazione, le prospettive economiche sono attese in miglioramento, e la recessione appare scongiurata, o rimanere lieve.

Il caro energia è responsabile per oltre due terzi dell’inflazione in Italia. Secondo stime della Banca d’Italia, considerando sia gli effetti diretti sia quelli indiretti, nel quarto trimestre 2022 poco più del 70% dell’inflazione complessiva era riconducibile all’energia.

Sullo scenario internazionale, la Cina “si sta risvegliando e comprerà più gas naturale liquefatto, in un mercato che non ha molta capacità produttiva inutilizzata di petrolio e gas”, osserva la presidente del Fondo monetario internazionale, Kristalina Georgieva. Che fa quest’analisi: le prospettive per l’economia mondiale sono migliorate ma “dobbiamo essere cauti”. In particolare “non sappiamo bene come evolverà l’inflazione” e “se la politica di bilancio rema contro la politica monetaria, allora la Bce dovrà alzare i tassi ancora di più”.

Dobbiamo (anche) “ridurre l’indebitamento pubblico, che è ancora troppo alto in Italia, in Francia e altri Paesi, e appesantisce la crescita”, sostiene Mark Rutte, primo ministro dei Paesi Bassi. Che critica la spesa pensionistica: “dobbiamo fare riforme strutturali, in particolare delle pensioni, se si guarda all’Italia, alla Francia e altri, spendono dal 10 al 15% del Pil nelle pensioni”, togliendo risorse che potrebbero aiutare le famiglie contro l’inflazione.

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