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Rappresentazione visiva dell'articolo: Il Superbonus edilizio costa 2mila euro a ogni italiano, ora revisioni e polemiche

Il Superbonus edilizio costa 2mila euro a ogni italiano, ora revisioni e polemiche

Adriano Loponte

21 febbraio 2023

“Se lasciassimo il Superbonus edilizio così com'è, non avremmo i soldi per fare la finanziaria”. Giorgia Meloni usa la sua consueta rubrica Social ‘Gli appunti di Giorgia’ per difendere l’intervento del suo governo sui Bonus edilizi, che negli ultimi giorni ha mandato in subbuglio il mondo dell’edilizia, creando anche fibrillazioni nel Centrodestra.

Il governo Meloni ha annunciato di voler abolire il Superbonus in futuro perché il sistema era “scritto male”, un concetto su cui insisteva anche Mario Draghi. Meloni rimarca alcuni numeri per rendere l’idea: “il Superbonus è costato a ogni singolo italiano circa 2mila euro, anche a un neonato o a chi una casa non ce l’ha. Non era gratuito, il debitore è il contribuente italiano”. 

A inizio febbraio, il direttore generale delle Finanze del Mef, Giovanni Spalletta, aveva indicato in 110 miliardi di euro il costo dei Bonus, quasi 38 miliardi più delle previsioni. Stima che salirebbe a 120 miliardi con gli ultimi dati. Da qui il costo medio pro-capite citato da Meloni, che attacca pure sulle “moltissime truffe, per circa 9 miliardi di euro”. In questo contesto, la Premier ha sottolineato che “il Superbonus continua a generare 3 miliardi di crediti al mese: se lo lasciassimo fino a fine anno, non avremmo i soldi per fare la Finanziaria. Altro che taglio del cuneo fiscale, scordiamoci tutto”.

 

Queste sono le basi su cui Meloni e il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, hanno puntato sul decreto per vietare il ricorso alla cessione dei crediti o allo sconto in fattura per i nuovi interventi e bloccare l’acquisto da parte degli enti pubblici dei crediti incagliati. Ora, per “mettere tutto su un binario sensato ed evitare il tracollo delle aziende” si apre il confronto con le parti: Palazzo Chigi e Mef vaglieranno tutte le proposte.

La Premier rileva: “vogliamo spingere le banche e tutti gli attori che possiamo coinvolgere ad assorbire i crediti che sono incagliati, che nessuno vuole prendere. E abbiamo definito meglio la responsabilità di chi deve prendere quel credito". Negli incontri con l'Associazione delle banche, Cdp, Sace e le varie categorie del mondo dell'edilizia saranno probabilmente messe sul tavolo due strade, la cartolarizzazione o le compensazioni tramite i modelli F24 presentati in banca. La prima, al momento, sembra più complicata della seconda.

I costruttori chiederanno “una misura con regole certe e chiare, stabili nel tempo e sostenibili economiche che consentano programmazione alle imprese per gli investimenti e ai cittadini per le scelte”. A rimarcarlo è la presidente dell’Ance, Federica Brancaccio, che sottolinea: “giusto guardare alle coperture finanziarie, ma bisogna ricordare che il Superbonus è nato in un momento di crisi per dare una spinta all’economia e l’ha data”.

 

 

 

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