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Rappresentazione visiva dell'articolo: Vantaggi e svantaggi della carne sintetica fatta in laboratorio

Vantaggi e svantaggi della carne sintetica fatta in laboratorio

Adriano Loponte

03 aprile 2023

Carne ‘sintetica’ e altri alimenti fatti in laboratorio: nel disegno di legge presentato dal ministero dell’Agricoltura del governo Meloni è previsto il divieto in Italia alla produzione – ma non all’importazione – di alimenti a partire da colture cellulari o tessuti di animali vertebrati. Di fatto, questo provvedimento una volta approvato metterebbe uno stop alla possibilità di produrre carne coltivata in laboratorio. Si è aperto così il dibattito sui ‘pro’ e i ‘contro’, tra favorevoli e contrari.

In questi giorni ho letto alcuni articoli sull’argomento, ecco quindi in questo BlogPost che cosa s’intende per carne sintetica o coltivata in laboratorio, quali sono le sue caratteristiche, i vantaggi e le criticità.

La carne sintetica, detta anche coltivata o artificiale, è un alimento proteico ricavato da un processo di coltivazione in vitro di cellule animali. “Queste vengono estratte da tessuti di polli, mucche o maiali – e potenzialmente da altri animali – e vengono fatte moltiplicare in un ambiente controllato”, spiega Wired: “spesso erroneamente confusa con la carne vegetale, quella sintetica rappresenta invece un prodotto di origine animale anche se la sua produzione non è associata all'allevamento e alla macellazione di esemplari viventi”. 

Insomma, una carne fatta non in fattoria o in allevamento ma in laboratorio: è il risultato di un processo di coltivazione cellulare che parte dalle cellule staminali embrionali di un animale, poi trasformate in cellule dei principali tessuti, attraverso un processo di differenziazione cellulare. Il tutto si verifica all’interno di appositi terreni di coltura e crescita, realizzati per fornire tutto il nutrimento necessario per lo sviluppo e la riproduzione delle cellule stesse. In pratica, si parte da cellule staminali embrionali di un pollo o di vitello, e si ottiene l’equivalente di un petto di pollo, altri tranci di carne, bistecche e filetto.

Ecco quali sono i principali vantaggi per l’ambiente: la produzione di carne sintetica riduce di circa il 98% le emissioni di gas serra rispetto a quella tradizionale, soprattutto perché abbatte l’impiego di allevamenti intensivi e richiede un minore utilizzo di energia. Ciò richiede anche un minore consumo di acqua, di antibiotici e di farmaci di vario genere, oltre a un'occupazione inferiore di suolo di circa il 95% di suolo in meno rispetto alla carne da allevamento.

Altri vantaggi della carne sintetica: essendo prodotta in laboratorio, rappresenta un’alternativa ‘cruelty free’ in quanto evita il processo di macellazione degli animali. C’è anche l’aspetto di sicurezza alimentare: la carne non viene esposta a sostanze come pesticidi, fungicidi e antibiotici (molto usati nell’industria della carne), dunque vengono rimosse all'origine anche tutte le potenziali criticità associate. Per lo stesso motivo, i prodotti di laboratorio possono essere arricchiti con sostanze – nutrienti e non – di vario genere, adeguando il cibo finale alle richieste specifiche del consumatore.

 

Ecco invece i principali svantaggi: innanzitutto, “è molto difficile potere riprodurre esattamente tutte le caratteristiche organolettiche – come gusto, odore, consistenza – della carne tradizionale, anche se con il tempo si potrà arrivare a un risultato così simile all’originale da essere sostanzialmente indistinguibile”, spiega il Corriere della Sera. Un discorso simile vale per i valori nutrizionali: alcuni elementi come la vitamina B12 non potranno essere forniti direttamente, ma dovranno essere integrati come elemento a parte. 

Inoltre, permangono alcuni dubbi sulla salute a lungo termine: pur non essendoci studi scientifici che mettono in luce possibili rischi concreti sul benessere dell’organismo di una dieta particolarmente ricca di carne sintetica, saranno necessarie ulteriori indagini prima di farlo diventare un cibo di utilizzo quotidiano.

La mancanza di tessuti di scarto, come le ossa, può rappresentare un limite per le applicazioni culinarie, rendendo impossibile la preparazione di cibi che riproducano specifiche parti anatomiche, per esempio le cosce di pollo. Infine, non si può ignorare il potenziale impatto della carne sintetica sugli allevamenti tradizionali – specialmente non intensivi –, grazie a cui oggi avviene la conservazione di razze autoctone e la ‘pulizia’ di aree verdi, pascoli, boschi e foreste. Anziché una bistecca di Chianina toscana o di Piemontese, si avrà una fatta a Genova, Cortina d’Ampezzo o Rimini.

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