L’ex presidente Repubblicano degli Stati Uniti, Donald Trump, a New York è dovutocomparire davanti al tribunale di Manhattan perché in un processo dovrà risponderedi 34 capi d'imputazione a suo carico. Poi è tornato in una delle sue residenze in Florida, ed è passato subito al contrattacco, scagliandosi contro giudici e avversari politici.
Attacca il presidente Joe Biden e accusa i Democratici di usare la giustizia come un’arma: “vogliono interferire nelle nostre elezioni già sotto assedio”. La Casa Bianca replica: “condanniamo qualsiasi attacco contro i giudici o il sistema giudiziario”. L’incriminazione di un ex presidente è un evento senza precedenti nella storia americana, ed è un fatto tanto più rilevante considerato che Trump è in corsa per la nomination repubblicana, in vista delle elezioni presidenziali del 2024.
L’intera vicenda giudiziaria ruota attorno alla figura di Stormy Daniels, un’attrice di film porno che afferma di aver avuto una relazione con Trump nel 2006, cosa che il tycoon ha sempre negato. Nel 2016 quando l’attrice provò a vendere la storia ai media, l’avvocato di Trump, Michael Cohen, si accordò con il suo legale e le versò 130mila dollari in cambio di un accordo di riservatezza. La cosa non è di per sé illegale, ma ciò che ha messo nei guai Trump è il modo in cui quel pagamento è stato registrato. Cohen – dichiaratosi colpevole nel 2018 – avrebbe infatti anticipato il pagamento di tasca propria, e poi la Trump Organization lo avrebbe rimborsato fingendo una consulenza legale. L’ex presidente sarebbe quindi accusato di frode aziendale, un reato minore che generalmente non porta a un’incriminazione penale.
Nel caso di Trump l’accusa però sarebbe aggravata dal fatto che la frode sarebbe stata commessa per occultare una vicenda che avrebbe potuto danneggiare gravemente il candidato. L’altro crimine di Trump, consisterebbe nella violazione della legge che regola i finanziamenti per le campagne elettorali. La maggior parte dei casi di frode comporta un massimo di circa cinque anni di carcere, sebbene sia comune che i detenuti vengano condannati alla sola libertà vigilata o a una multa.
Come rimarcano molti giornali in questi giorni: “sono 34 i capi di imputazione a New York contro Donald Trump ma c'è un unico filo conduttore: la cospirazione per nascondere notizie compromettenti per la sua campagna presidenziale del 2016, minando così l'integrità delle elezioni. Secondo l'accusa, in un incontro alla Trump Tower nel giugno 2015 il tycoon orchestrò con il suo allora avvocato, Michael Cohen, e il patron del tabloid National Esquire, David Pecker. uno schema per intercettare e comprare informazioni negative su di lui, seppellendole”.
Non tutti gli osservatori politici sono però convinti che il caso contro il leader repubblicano sia solidissimo: il procuratore di Manhattan, Alvin Bragg, dovrebbe dimostrare che Trump sapeva che stava infrangendo la legge e che ha falsificato i documenti aziendali con l’obiettivo di aiutare la sua campagna presidenziale.
E c’è anche chi teme che Trump – che nega ogni illecito – sfrutti un’eventuale assoluzione per screditare gli altri procedimenti giudiziari che lo vedono coinvolto e per accuse politicamente più rilevanti come il ruolo svolto nell’assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021 e il tentativo di sovvertire i risultati delle elezioni in Georgia durante le presidenziali del 2020.
Anche se i suoi avvocati cercheranno di ottenere un’archiviazione del caso è improbabile che un processo vero e proprio possa tenersi prima di un anno. In un’ipotesi del genere, e in caso di una sua vittoria alle primarie del partito repubblicano, Donald Trump si troverebbe a correre per la Casa Bianca mentre si difende in uno o più processi penali. Nelle ultime settimane, infatti, i sondaggi mostrano che il tycoon guadagna consensi tra gli elettori e resta saldamente in vantaggio contro altri contendenti per la nomination del partito repubblicano.
Anche se condannato, l'ex presidente potrebbe comunque candidarsi alle elezioni presidenziali, e Trump ha chiarito che non abbandonerà la sua campagna per la Casa Bianca del 2024.
