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Rappresentazione visiva dell'articolo: Alluvione in Emilia-Romagna: centri allagati, vittime e una marea di disastri

Alluvione in Emilia-Romagna: centri allagati, vittime e una marea di disastri

Adriano Loponte

20 maggio 2023

Finora si contano 14 vittime, ma sono ancora molti i dispersi. In totale sono 23 i fiumi esondati, oltre 400 le strade interrotte, per allagamenti o frane. I comuni coinvolti dall’emergenza sono 42, e 10mila gli abitanti sfollati. Sono oltre 3.100 le persone che hanno trovato accoglienza in sedi allestite dai Comuni, di cui 2.500 nel Ravennate, 420 nel Bolognese, 200 nel Forlivese-cesenate.

Al momento è questo il tragico bilancio provvisorio dell’alluvione che ha colpito il cuore dell’Emilia-Romagna, tra il Bolognese e molte zone tra cui Imola, Ravenna, Faenza, Cesena. 

Sono finora 2mila gli interventi di soccorso effettuati tra Emilia-Romagna e Marche, dove restano maggiori criticità tra le province di Forlì, Cesena e Ravenna. Al lavoro più di 900 vigili del fuoco con oltre 300 mezzi. In Emilia-Romagna sono coinvolti 760 vigili del fuoco, di cui 400 arrivati in rinforzo da altre regioni, impegnati nelle operazioni di soccorso con 250 automezzi, tra cui 25 piccoli natanti, 5 anfibi, 10 mezzi di pompaggio, 5 elicotteri e 10 droni. Oltre 1.500 gli interventi effettuati finora: tra cui, 690 a Bologna, 320 a Ravenna, 310 a Forlì e Cesena, 220 a Rimini. 

“La situazione è apocalittica, ci eravamo preparati, avevamo diramato allarmi: la realtà ha superato anche le più pessimistiche previsioni”, rileva il sindaco di Forlì, Gian Luca Zattini. Tanta la solidarietà, anche a Forlì. “Sono state oltre 500 le proposte arrivate da cittadini che vogliono dare una mano, da aziende che porteranno beni di prima necessità”, osserva il sindaco, “il supporto di tutti è fondamentale”.

 

Paesi e cittadine, piazze e fattorie si sono riempiti di giovani e volontari con badili e stivali che cercano di spalare via le macerie e i detriti, e che ricordano gli ‘angeli del fango’ famosi per essere accorsi da tutto il mondo a dare una mano nel disastro dell’alluvione che allagò Firenze nel 1966. I meteorologi purtroppo fanno notare che queste emergenze – con tante vittime e danni pesantissimi – non sono certo una novità, ma ritornano spesso nel corso degli anni a colpire il Paese. 

Uno dei tanti centri colpiti, nella grande pianura romagnola, è ad esempio Lugo. Dove il sindaco, Davide Ranalli, sottolinea: “bisogna salire ai piani superiori laddove è possibile farlo, dove non sia possibile bisogna evacuare in tempo cercare ubicazioni alternative alla propria abitazione: andare da parenti o amici ai piani superiori, oppure dirigersi con il proprio mezzo verso i punti di accoglienza della Croce Rossa. Dove ci sono soggetti fragili o persone che non possono essere spostate o dove ci sono strade allagate bisogna chiamare il 115, i Vigili del Fuoco”. Un nome che mai come in questo caso risulta paradossale. Con paesi, strade, campagne, tutti completamente allagati e sommersi.

“Avevamo stimato circa un miliardo di danni due settimane fa, pensate adesso quanto cresceranno”, rileva il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, “sarà un lavoro di ricostruzione gigantesco”. E osserva: “avete visto la vastità delle zone colpite, un’estensione che va da alcuni comuni del reggiano fino a tutta la Romagna, quasi 300 frane, oltre 400 strade distrutte o interrotte. Ci troviamo di fronte a un altro terremoto per vastità di danni e per quantità di territori colpiti”, ma “dobbiamo avere fiducia e forza di reazione e noi ricostruiremo tutto”.

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