Mentre alle porte dell'Europa continua la guerra tra Russia e Ucraina, ad altre latitudini si muovono con le armi della diplomazia e del potere politico le due principali superpotenze mondiali, Usa e Cina.
Stati Uniti e Papua Nuova Guinea hanno firmato un nuovo accordo sulla sicurezza in base al quale le forze armate americane potranno accedere a porti e aeroporti del Paese tropicale. Che, in pratica, diventa in questo modo come un'enorme base e portaerei di Washington in mezzo all'oceano Pacifico,
Si tratta in sostanza di un nuovo passo degli Usa nello scenario della competizione con la Cina per l'influenza e l'egemonia nell'area dell'Indo-Pacifico e in quella zona del Sud del mondo. Secondo il Dipartimento di Stato Usa, “l'accordo porterà 45 milioni di dollari al Paese del Pacifico meridionale per la cooperazione economica e di sicurezza e prende in considerazione anche le aree del contrasto alla criminalità transnazionale e della mitigazione degli effetti della crisi climatica”, spiega la newsletter dell'Ispi, l'Istituto per gli studi di politica internazionale.
L'intesa con l'America “non impedisce alla Papua Nuova Guinea di lavorare con altre nazioni, inclusa la Cina”, si indica nel documento in cui si sottolinea, tuttavia che “la Papua Nuova Guinea non ha nemici, ma deve essere preparata” citando il caso di una disputa territoriale, come quella tra Russia e Ucraina.
Con una popolazione di quasi 10 milioni di abitanti, la Papua Nuova Guinea è la nazione più popolosa delle isole del Pacifico, una costellazione di Paesi, territori insulari e arcipelaghi scarsamente abitati ma che hanno visto crescere negli anni la loro importanza strategica per la posizione geografica, nel mezzo di un Oceano conteso tra due superpotenze come Usa e Cina.
A ribadire invece l’importanza di un “Indo-pacifico libero e aperto” contro la competizione crescente nell’area è stato il premier indiano Narendra Modi, anch’egli in questi giorni in Papua Nuova Guindea dove ha incontrato i 14 leader della regione in occasione dell’India-Pacific Islands Cooperation (Fipic). Modi si è impegnato a supportare gli Stati insulari, rassicurandoli sul fatto che possono contare sull’India mentre affrontano i problemi relativi ai cambiamenti climatici e delle forniture di materie prime.
“Come voi, crediamo nel multilateralismo” ha detto Modi, sottolineando che il Quad, ovvero l’alleanza militare nell'area che comprende oltre all’India, Stati Uniti, Giappone e Australia, “è pronto a condividere know-how, che si tratti di tecnologia spaziale o sicurezza sanitaria”. Il premier indiano ha poi ribadito che le esigenze del ‘Sud globale’ dovrebbero essere al primo posto tra le priorità delle NazionI Unite, invocando una “riforma del Consiglio di Sicurezza che rispecchi la realtà del mondo attuale”.
Insomma, cambiano le dinamiche, gli equilibri geo-politici e le sfere di influenza, diversi Paesi del Sud del globo non si vogliono schierare da una parte o dall'altra, e le Nazioni Unite, per non rappresentare un mondo fermo al passato e ancorato a vecchi schemi, dovrebbero adeguarsi ai cambiamenti in corso se vogliono ancora essere l'istituzione globale per il confronto e la risoluzione dei conflitti in tutto il mondo.
