Ho letto un interessante articolo a firma di Marco lo Conte su Il Sole24Ore nei giorni scorsi che parla di lavoro e competenze e capacità professionali. Ecco cosa rileva e spiega. Negli ultimi sette anni le competenze sono già cambiate del 25% rispetto a prima, e nei prossimi cinque cambieranno di quasi il 50%. Per la precisione, si calcola del 45% rispetto a oggi. Un’enormità.
Ecco perché è fondamentale accelerare i tempi di apprendimento e adattare le capacità di ognuno a un mondo del lavoro che cambia molto in fretta. “I propri valori di riferimento sono un fattore sempre più rilevante”, riporta l’articolo sul Sole24Ore, “visto che secondo l'indagine di Censuswide, condotta tra febbraio e marzo di quest'anno su 8.800 lavoratori, il 59% dei professionisti dichiara che non lavorerebbe per un'azienda che non condivida i propri valori, neanche in cambio di un aumento di stipendio (almeno nel 55% dei casi). Un dato che sale al 90% per gli appartenenti alla Gen Z (nati tra il 1997 e il 2012) e Millennials (1980-1996), mentre nella Gen X (1965-1980) cala al 70% circa”.
Emerge anche l’importanza della cura delle proprie competenze, delle potenzialità da sfruttare grazie agli innumerevoli corsi video che è possibile seguire sulle piattaforme online, dei percorsi individuali da intrecciare con quelli dei colleghi. Il resto del mondo corre veloce e non si può restare fermi ad aspettare.
È importante anche stare molto attenti ai cambiamenti culturali. “È un tema che è entrato anche al nostro interno”, sottolinea il country manager Italia di LinkedIn, Marcello Albergoni: “da tanti anni di lavoro e di esperienza, abbiamo ricavato che il successo viene dal portare a bordo gente con la testa diversa, che vede le cose anche da un angolo differente”.
Se fino a pochi anni fa tirar tardi in ufficio era segno distintivo – esteriore, chiaramente, e talvolta fallace – di impegno e responsabilità, ora questi valori vengono misurati dal numero e dalla qualità dei corsi di formazione seguiti. Perché se le competenze sono la nuova moneta, ne serve molta per acquistare un futuro che non aspetta.
Non a caso uno slogan di riferimento è: ‘Skills is the new currency’, le competenze professionali sono e saranno la nuova moneta. Andare a caccia di nuove competenze significa anche una ricerca indispensabile in un mondo che “cambia sempre più velocemente e coglie nelle sfide digitali gli stimoli più vivaci”. Il monitoraggio delle ricerche di mercato (nel mondo del Lavoro) racconta che si continua a lavorare per lo stipendio, ma meno di prima: solo il 31% della Gen Z cita la paga come principale ragione per un cambiamento. Pesa per i più giovani (18-24 anni), la ricerca di un migliore equilibrio tra vita privata e professionale (29%) e il fatto di sentirsi più sicuri nelle proprie capacità (29%) e quindi nella possibilità di trovare una posizione altrove.
Da segnalare anche il New Grads, l'analisi condotta da LinkedIn sui settori con il maggior numero di assunzioni di candidati entry-level, da cui emerge un +9% di posizioni di lavoro ibrido e da remoto, a conferma dell'affermazione del mix ma soprattutto di come si sia spostato l'asse di rilevanza nella direzione della produttività e del valore aggiunto che il lavoro del singolo è in grado di apportare alla società per cui si lavora.
