Una delle novità principali di questi giorni è questa: il prelievo straordinario sugli extra profitti delle banche, introdotto dal governo, all’interno del decreto legge ‘Omnibus’. Ha fatto subito cadere i Titoli bancari, e Piazza Affari, che si sono poi parzialmente ripresi, e ha scatenato un vortice di reazioni e polemiche.
Una nuova misura di politica fiscale, applicata Una tantum, i cui introiti – per quanto è stato anticipato finora – serviranno a sostenere i mutui per la prima casa e al taglio delle tasse. Ma ecco come funziona: innanzitutto, il prelievo non riguarderà l’utile delle banche, ma il margine di interesse, una delle voci che compongono i profitti. L’aliquota straordinaria del 40% si applicherà se il margine d’interesse realizzato nel 2022 eccede per almeno il 3% il valore dell’esercizio 2021, tetto che sale al 6% confrontando il 2023 con il 2022. Percentuali poi portate rispettivamente al 5% e al 10% con una successiva modifica alla bozza di decreto legge.
Il governo, in questo modo, conta di ricavare almeno 2 o 3 miliardi di euro dal nuovo prelievo sugli extra profitti bancari. La cifra basterebbe ampiamente per intervenire sui mutui, che valgono qualche centinaio di milioni, ma solo parzialmente per rinnovare ad esempio il taglio del cuneo fiscale – che per un anno vale circa 9 miliardi –, o per ridurre da 4 a 3 le aliquote Irpef. Per queste varie ipotesi sul tavolo si parte infatti da almeno 4 miliardi di valore.
L’imposta straordinaria non potrà essere superiore al 25% del valore del patrimonio netto alla data di chiusura dell’esercizio di riferimento, dovrà essere versata entro il sesto mese successivo, e il versamento non darà luogo ad altri abbattimenti fiscali.
Secondo gli analisti finanziari, l’impatto dell’imposta risulterebbe anche superiore alle simulazioni eseguite in aprile, calcolando un utile netto delle banche che nel 2023 potrebbe subire un calo del 10%. “Consideriamo questa tassa sostanzialmente negativa per le banche, sia per l’impatto sul capitale e sugli utili, sia sul costo di Equity delle azioni bancarie”, hanno rimarcato subito gli analisti di Citigroup.
Un analista di Julius Baer fa notare invece: “finora le banche hanno avuto un anno forte data la rete, i margini di interesse aumentano grazie ai tassi più elevati, quindi è il momento giusto per un sano consolidamento”. Come si legge nel testo diffuso dal governo: “l’imposta straordinaria non sarà deducibile ai fini di quelle sui redditi e di quella regionale sulle attività produttive. Ai fini dell'accertamento, delle sanzioni e della riscossione dell'imposta straordinaria, nonché del contenzioso, si applicano le disposizioni in materia di imposte sui redditi”.
Il modello “ricalca quello sperimentato dal governo Draghi sulle imprese energetiche per recuperare risorse a favore di imprese e famiglie contro il caro-energia”, rileva l’agenzia Ansa: “la misura viene ora traslata sul mondo bancario con l'intento di combattere il caro-mutui”. Vedremo se e come funzionerà.
Ecco cosa sono gli extraprofitti: nel caso delle banche, sono calcolati sul margine di interesse, ovvero sulla differenza tra interessi attivi e interessi passivi. Gli interessi attivi sono quelli che la banca incassa come guadagno per avere concesso prestiti o mutui (in linea con i tassi Bce). Gli interessi passivi sono quelli che la banca stessa deve pagare alla clientela, sui conti correnti (oggi quasi a zero) o sui conti deposito. Di fatto gli extraprofitti sono i guadagni che la banca incassa in più con l'aumento dei tassi di interesse.
Per quanto riguarda il settore finanziario, nel primo trimestre 2023 le cinque principali banche italiane hanno visto i propri profitti, ossia i ricavi rimanenti al netto di tutti i costi sostenuti, aumentare in media del 75% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Quanto di questo aumento sia un profitto ‘extra’ e quanto sia un semplice miglioramento delle performance delle banche è difficile stabilirlo con precisione.
Ed ecco qualche particolare in più: il prelievo viene istituito per il 2023 a seguito del rialzo dei tassi di interesse e “dell'impatto sociale derivante dall’aumento delle rate dei mutui”. Sarà a carico degli intermediari finanziari, ma verranno escluse le società di gestione dei fondi comuni d’investimento e le società di intermediazione mobiliare. La stessa norma stabilisce la destinazione degli incassi e delle risorse: le maggiori entrate serviranno a rifinanziare il fondo mutui prima casa per gli Under 36 e “per interventi volti alla riduzione della pressione fiscale di famiglie e imprese”, anticipano a Palazzo Chigi. Si tratta di misure che saranno probabilmente inserite nella Manovra finanziaria per il prossimo anno.
Il Partito Democratico ha accolto con favore questa misura, criticata invece da Italia Viva e da Azione, mentre il Movimento 5 Stelle ha invitato il governo a estendere la nuova tassa anche al settore delle assicurazioni, delle aziende farmaceutiche e di quelle che vendono armi.
