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Rappresentazione visiva dell'articolo: Il Crack del colosso immobiliare cinese Evergrande

Il Crack del colosso immobiliare cinese Evergrande

Adriano Loponte

19 agosto 2023

La crisi del colosso immobiliare cinese Evergrande scuote gli scenari internazionali e i mercati finanziari del Dragone. La richiesta di bancarotta di Evergrande negli Stati Uniti – ex capitolo 15 a tutela di oneri Offshore per 31,7 miliardi di dollari tra Bond, garanzie e obblighi di riacquisto – ha riportato alta tensione nel settore: l’istanza di bancarotta ha fatto subito il giro del mondo e grande clamore, anche se poche ore dopo il gruppo di Shenzhen ha precisato che l’istanza “è una normale procedura di ristrutturazione del debito Offshore e non comporta istanza di fallimento”.

Lo si sottolinea in una comunicazione (‘annuncio di chiarimenti') inviata da Evergrande alla Borsa di Hong Kong, dove i suoi titoli sono sospesi dalle contrattazioni da lungo tempo.

Ma la sostanza è che la stessa sorte potrebbe toccare molto presto a Country Garden, che ha cominciato a non onorare alcuni pagamenti di Bond: la Borsa di Hong Kong, non a caso, ha deciso la rimozione del titolo dall'indice Hang Seng a partire dal 4 settembre a favore di Sinopharm Group, nome ricorrente durante la crisi del Covid-19. 

Lo stesso listino dell'ex colonia britannica, il più colpito dalle ultime turbolenze finanziarie, è ufficialmente entrato nella fase ribassista ('bear market', cioè 'mercato dell’orso') a causa di una perdita superiore al 20% dai massimi di gennaio 2023. In rosso sono così finite le Borse asiatiche e su scala globale, dall'Europa agli Usa.

Tra lo yuan ai minimi degli ultimi 16 anni sul dollaro, la brusca contrazione di export e domanda interna, e investimenti esteri diretti in frenata (-4% nei primi sette mesi), la Cina rischia di cadere nella classica trappola della liquidità. Cai Fang, economista della Banca centrale cinese (Pboc), ha lanciato l'allarme e ha sollecitato misure draconiane come una maxi iniezione da 550 miliardi di dollari nell'economia per fermare una psicologia deflazionistica e le famiglie che, di riflesso, ridimensionano i loro piani, consumi e investimenti.

"L'imperativo più urgente ora è stimolare la spesa dei consumatori. È necessario usare tutti i canali ragionevoli, legali ed economicamente fattibili per mettere soldi nelle tasche delle persone", ha rilevato di recente e con coraggio Cai su China Finance 40, il forum di opinioni dell'elite mandarina. La convinzione è che l'attuale fase si avvicini al momento decisivo affrontato dal Tesoro americano nel 2008 dopo il crollo di Lehman Brothers, o dalla zona euro nel 2012 quando a rischiare furono Italia e Spagna.

 

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