Vai al contenuto principale
Rappresentazione visiva dell'articolo: Prigozhin ‘abbattuto’ e il futuro del gruppo Wagner

Prigozhin ‘abbattuto’ e il futuro del gruppo Wagner

Adriano Loponte

06 settembre 2023

Dopo che, il 23 giugno scorso, una colonna militare del gruppo di mercenari Wagner aveva iniziato una clamorosa marcia su Mosca, per poi fermarsi e tornare indietro all’ultimo momento, per “evitare un bagno di sangue russo”, era facile pensare che lo zar del Cremlino, Vladimir Putin, si sarebbe vendicato nei confronti di Yevgeny Prigozhin, fondatore e capo della Wagner.

Non subito. Dopo due mesi esatti, il 23 agosto, succede che l’aereo su cui volava Prigozhin è precipitato in fiamme, con a bordo anche Dmitry Utkin e altri importanti membri dell’organizzazione paramilitare. Che una milizia ‘privata’ in realtà non è mai stata, in quanto sempre finanziata e gestita dal Cremlino – quindi da Putin –, come una sorta di ‘braccio armato’, per fare anche il lavoro sporco che l’esercito regolare non può fare.

Ufficialmente, all’origine della breve ma sfrontata marcia su Mosca c'era la volontà del Cremlino di scaricare i mercenari poco dopo, dall’inizio di luglio, con l'obiettivo di inglobarli proprio nell'esercito russo. Togliendoli quindi dalle mani e dalle bizze di Prigozhin, che quell’esercito e soprattutto i suoi vertici aveva già ampiamente e manifestamente criticato e attaccato. Alla guida della ‘sua’ Wagner, Prigozhin si sentiva molto potente, quasi intoccabile, ma si sbagliava, e di grosso. E il suo volo pindarico, nei cieli e nell’orbita di potere dello zar Putin, è finito ‘abbattuto’, come un qualsiasi volatile nella stagione della caccia. Un epilogo che ora sta mettendo a rischio la sopravvivenza stessa della Wagner. 

 

Tra le ipotesi più quotate degli esperti, si prevede che altre compagnie private, come quella di Gazprom, la Patriot vicina al ministero della Difesa, o la Redut dell’oligarca Gennady Timchenko, procederanno a un ‘passaggio di consegne’ che potrebbe permettere al Cremlino di mantenere la sua influenza in Africa, dove la Wagner operava da tempo.

Prospettive e sviluppi futuri trattati anche dall’ISPI, l’Istituto per gli studi di politica internazionale, ad esempio in un Podcast con Francesco Rocchetti, segretario generale ISPI, e Federica Saini Fasanotti, analista associata dell’ISPI e di Brookings Institution. E anche attraverso un’analisi di Mara Morini, professoressa di Scienza Politica all’Università di Genova.

Il dato più evidente è che “non ci sarebbero ricadute di particolare rilevanza sull’andamento del conflitto in Ucraina”, rileva Morini, “perché il ministero della Difesa russo aveva già provveduto a una riorganizzazione delle gerarchie militari, includendo anche componenti della Wagner, per affrontare un altro autunno di guerra”.  

Al momento, la ‘caduta’ dell’aereo con i vertici della Wagner smorza una tensione presente nel Cremlino in vista di due importanti appuntamenti elettorali: le elezioni locali del 10 settembre (tra cui l’elezione del Sindaco di Mosca), e le presidenziali del prossimo marzo 2024. Il capo del Cremlino continua la strategia della ‘guerra di logoramento’ in Ucraina e si appresta a guidare il Paese per altri sei anni, o a favorire il passaggio del testimone al momento opportuno a qualche suo uomo fidato.

Sottolinea l’analisi sul sito web dell’ISPI: “eliminato il problema Prigozhin, per Putin ci sono ancora le condizioni politiche per gestire il Cremlino, al cui interno i fedelissimi e l’apparato militare, che non hanno mai apprezzato il capo della Wagner, si sono ulteriormente rafforzati. Chiunque abbia intenzione di sfidarli, dovrà riflettere molto bene su come muoversi in futuro”. Cercando innanzitutto di non imbarcarsi su un volo aereo.

Powered by

Logo Promobulls
Area riservata